I versi immortali di Dante tra le antiche bellezze di Siracusa
Guido da Montefeltro
Venir se ne dee giù tra ’ miei meschini
perché diede ’l consiglio frodolente,
dal quale in qua stato li sono a’ crini; 117
ch’assolver non si può chi non si pente,
né pentere e volere insieme puossi
per la contradizion che nol consente". 120
Oh me dolente! come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: "Forse
tu non pensavi ch’io loico fossi!". 123
A Minòs mi portò; e quelli attorse
otto volte la coda al dosso duro;
e poi che per gran rabbia la si morse, 126
disse: "Questi è d’i rei del foco furo";
per ch’io là dove vedi son perduto,
e sì vestito, andando, mi rancuro». 129
Sullo sfondo l’arte e le meraviglie di Siracusa mentre i lettori declamano le terzine dantesche con mestizia a sottolineare il peccato della frode davanti a tanta bellezza.
Liceo Scientifico e Liceo delle Scienze Umane O.M. Corbino- Siracusa classe IIIA liceo scientifico internazionale
Gli alunni della III A per le immagini e nel video i ruoli sono: lettura dei versi di Cassia Matteo e Licitra Elena. Montaggio: Cassia Matteo, De Franchis Mattia, Giannì Carlotta, Renda Arianna. Regia: Renda Arianna