La comunicazione letteraria
Gruppo di ricerca sulle forme della comunicazione letteraria, sulle attività di terza missione e sulla divulgazione umanistica
coordinato da Ambra Carta, Simone Giusti, Tiziana Piras, Lucia Rodler
Anche la ricerca più raffinata, oggi, deve essere disseminata a più livelli per promuovere la partecipazione delle comunità al destino della cultura. E non per caso, tra il 2012 e il 2013, le Università hanno integrato le tradizionali missioni di ricerca e didattica con la cosiddetta terza missione, che valorizza il trasferimento extra moenia della ricerca scientifica, tecnologica e culturale - elaborata come prima missione e comunicata nella didattica (seconda missione) -, con l’obiettivo di promuovere la crescita economica e sociale del territorio. Dal punto di vista umanistico, ciò significa che la letteratura va concepita anche come literacy, cioè capacità di impegnarsi con i testi per sviluppare potenzialità, raggiungere obiettivi e partecipare attivamente alla società civile. La conoscenza applicata può infatti aumentare il benessere comune con progetti di educazione degli adulti, formazione continua, eventi culturali, divulgazione.
Ma nulla è semplice, anche perché sono in atto cambiamenti rapidi che richiedono continua innovazione: dal 2014, ad esempio, la ricerca umanistica ha dovuto confrontarsi con i principi FAIR, produrre cioè dati e pubblicazioni rintracciabili (Findable), accessibili (Accessible), interoperabili (Interoperable) e riutilizzabili (Re-usable). Oltre a essere un acronimo, la parola inglese “fair” indica qualcosa di giusto e chiaro, qualità che dovrebbero caratterizzare la scienza aperta. Ma è davvero così? E che cosa significa tutto ciò per italianisti, critici letterari, studenti e studentesse, editori e istituzioni delle discipline umanistiche?
Senza dubbio la terza missione e la ricerca FAIR richiedono ai docenti una buona dose di coraggio e creatività, a partire dal confronto con le piattaforme online che promuovono spesso una divulgazione culturale poco verificata. Esiste pertanto uno spazio vuoto, tra open science specializzata e mediatori non professionisti (blogger, influencer, critici amatoriali), che andrebbe riempito da critici letterari capaci di tradurre le proprie ricerche in cultura “fair” per i diversi pubblici.
Alla luce di ciò, il gruppo La comunicazione letteraria intende occuparsi di forme della comunicazione letteraria, attività di terza missione e divulgazione umanistica, anche in confronto con storici e scienziati, da tempo impegnati nel pensare metodi e pratiche della comunicazione pubblica.
Ogni anno il gruppo si impegna a organizzare un panel ADI per aggiornare i partecipanti sulle ricerche in corso, oltre a regolari convegni e seminari.
Si prospettano queste linee di ricerca:
- Rapporti tra ricerca, didattica e terza missione
- Rapporti tra formazione permanente e divulgazione/diffusione/disseminazione
- Storia della comunicazione letteraria italiana nei secoli (questione della lingua, Francesco Algarotti, Ruggero Bonghi, Umberto Eco, Vittorio Sermonti…)
- Spazi tradizionali e nuovi della divulgazione umanistica della letteratura italiana (biblioteche, scuole, università, accademie, media, case di scrittori e scrittrici, luoghi letterari, piattaforme…)
- Generi e forme della comunicazione letteraria italiana (saggi, enciclopedie, biografie, non fiction, Ted Talk, figure retoriche…)
- Trasformazioni della lettura, dell’ascolto e dei pubblici (età, culture, partecipazione …)
- Analisi dell’editoria, anche universitaria (libri, riviste), e dei nuovi canali di comunicazione (YouTube, TikTok…)
- Edizioni commentate, adattamenti, riscritture e traduzioni, anche transmediali (graphic novel, serie TV…)