Nella valletta fiorita dei negligenti
Purgatorio VII
Sordello, Virgilio, Dante narratore
vv. 1-5; 25-27; 37-45; 49-57; 61-63; 73-78; 82-90.
Purgatorio VII è un ‘canto di passaggio’ fra il canto VI dell’invettiva all’Italia e l’VIII di Nino Visconti e Corrado Malaspina. Nel canto parlano Sordello e Virgilio. Dante personaggio non prende mai la parola: ascolta e osserva. Nel dialogo affiora una trama giocata sul verbo ‘potere’ e il suo opposto ‘non potere’, che culmina nell’infinito sostantivato ‘nonpoder’, usato nella Commedia solo in questo canto. La parola-chiave accomuna i vari personaggi: il grande e saggio Virgilio non può accedere alla salvezza; lui e Dante sono ansiosi di iniziare la salita del monte purgatoriale, ma non possono farlo di notte e debbono tenere a freno il desiderio. Anche quei principi negligenti che si trovano nella valletta non potranno essere visti se non da lontano e non possono iniziare il loro percorso di purgazione se non dopo un tempo prescritto dalla giustizia divina. Un canto di stasi, in cui il movimento è inerte e orizzontale, chiuso entro il perimetro della valletta fiorita che lenisce appena il senso di impotenza dominante nel canto.
Per l’ambientazione abbiamo scelto il Giardino degli aranci sull’Aventino: una ‘valletta’ circoscritta, staccata dal caos cittadino che arriva ovattato dal lungotevere.
La musica di commento è un brano originale dello studente Ilario Pia, composto ed eseguito in collaborazione con altri studenti della classe. Esso cerca di dar voce alle emozioni e all’interpretazione delle terzine proposte.
Liceo Socrate, 4^ A scientifico, Roma
Voci di Anna Cucchiara, Francesco Grasso, Jacopo Mosca, Sofia Pani e Martina Papiri.